Laura Serri
Uno dei miei ricordi più antichi è il primo giorno di scuola materna dalle suore orsoline.
Non mi piaceva niente, il grembiule, il fiocco, le scarpe “belle”, il fatto che mi lasciassero lì da sola e che non avrei potuto scegliere cosa mangiare.
Eppure qualcosa di nitido divide tutto questo dal momento in cui ho visto la scatola di latta con dodici matite Caran d’Ache che completavano il corredo di ogni bambino.
La mia ancora di salvezza: disegnare, disegnare e ancora disegnare.
Sono passati più di cinquanta anni da allora e il disegno, la pittura e la calligrafia sono ancora la mia ancora di salvezza.
Forse perché non ne ho fatto una professione e questo mi ha lasciato libera di sperimentare infinitamente, di cambiare genere, materiali e tecniche non tanto alla ricerca di uno stile, quanto alla ricerca di me stessa.